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Serata naturalistica dedicata alla fauna ittica del Parco
Venerdì 14 ottobre 2016 ore 20.30
presso il Centro Visita del Parco di S. Sofia (FC)

 

Una serata per raccontare i risultati delle indagini sulle popolazioni di trota nei torrenti del Parco: se da un lato è confermata la diffusione di trote non autoctone, dall’altro rassicura la notizia del ritrovamento di alcune popolazioni di trote native indigene dell’Appennino, oggetto nei prossimi mesi di interventi per la loro salvaguardia.

RELATORI
Saluti del Presidente del Parco Nazionale Luca Santini
Andrea De Paoli (ittiologo)
Giancarlo Tedaldi (ecologo)
Marzio Ciani (Presidente della FIPSAS FC)
Associazione Tre Ponti alto Bidente

> Guarda la locandina
 

Il progetto T.R.O.T.A.
(Tipizzare e Recuperare le Originarie Trote Autoctone)

Un programma per la salvaguardia delle trote native dell’Appennino romagnolo.

Il programma di ricerca è stato avviato nel 2015 e vede coinvolti il Museo Civico di Ecologia di Meldola, il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e l’Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Pratovecchio; oltre a questi, alcuni volontari delle locali associazioni pescasportive affiliate a FIPSAS e AICS-pesca partecipano alle sessioni di raccolta dati.
Gli obiettivi dell’indagine sono:
• accertare la distribuzione della Trota fario nei torrenti e nei ruscelli montani dell’Appennino Tosco-Romagnolo con particolare attenzio¬ne all’area delle Riserve Biogenetiche Casentinesi;
• definire la natura genetica delle trote progressivamente reperite e ascriverle o al ceppo atlantico o al ceppo mediterraneo;
• avviare un allevamento locale di trote indigene partendo da fondatori scelti tra i riproduttori nativi di trota mediterranea;
• ripopolare i torrenti vocati con le trote autoctone previa verifica della idoneità del corso d’acqua a sostenere una comunità di salmonidi (tenuto conto di non entrare in conflitto con la presenza di altri or¬ganismi endemici come crostacei o anfibi) e previa rimozione delle trote alloctone di ceppo atlantico.
L’analisi della distribuzione, struttura di popolazione in classi di età e consistenza sia numerica che ponderale delle popolazioni a salmonidi presenti all’interno del versante adriatico del Parco delle Foreste Casentinesi è stata eseguita attraverso campionamenti realizzati con la tecnica della pesca elettrica su tratti di corsi d’acqua rappresentativi chiamati “stazioni”. Dopo la cattura, i pesci sono stati anestetizzati e per ogni individuo sono stati rilevati i parametri biologici di lunghezza totale e peso. Su di un subcampione di questi si è proceduto inoltre al prelievo di qualche scaglia al fine della determinazione dell’età attraverso osservazioni allo stereomicroscopio dei circuli di accrescimento. Sulle trote sessualmente mature, generalmente quelle di taglia superiore ai 20 cm è stato prelevato un piccolo frammento di pinna adiposa da destinare ad analisi genetica; sono state inoltre fotografate sul lato sinistro e marcate con piastrina contenente un codice alfanumerico in posizione cefalica.
Tutto ciò per creare una memoria storica sulle livree presenti nei vari corsi d’acqua ed associare i pattern di colorazione alla identità genetica del singolo esemplare. Infine il tratto campionato è stato misurato attraverso rotella metrica e i pesci liberati nel medesimo punto di prelievo.
Ulteriormente sono state elaborate stime quantitative sulla eventuale presenza di gamberi, rane, ululoni, salamandre e salamandrine che eventualmente condividono l’habitat con le trote.
I primi esiti della campagna di studi (che si configura come un progetto pluriennale) hanno permesso di accertare, purtroppo, una diffusione massiccia di trote alloctone (cioè di ceppo atlantico) frutto dei ripopolamenti effettuati a fini pescasportivi e avvenuti a partire dalla metà del secolo scorso e protratti fino a tempi recenti; tuttavia in un paio di siti sopravvivono comunità di trote native, indigene dell’Appennino (trote di ceppo mediterraneo) che saranno oggetto di specifici interventi volti al loro potenziamento e alla loro salvaguardia in quanto endemiche delle Penisola Italiana e meritevoli di assoluta tutela, così come prescritto dalle direttive internazionali per la protezione della biodiversità.

Settembre 2016
Lo staff di ricerca Giancarlo Tedaldi, Andrea De Paoli e Loris Casali