La fotografia è una passione che ha affascinato Loreno Arfelli da sempre, poi è diventata un’esperienza man mano più concreta con l’avvento del digitale: piccole compatte e computer in primis. Ma l’incontro con una fotocamera vera, una Reflex usata, è avvenuto solo 4 anni fa tramite un amico. Da quel momento però, Loreno ha scoperto un modo del tutto nuovo per osservare, descrivere e vivere la Natura e non si è più fermato: è passato dall’immortalare i più piccoli particolari della biodiversità del Parco, come le bellezze micologiche o la flora più stravagante, alle splendide e maestose creature che abitano le Foreste casentinesi come caprioli, daini e cervi.
“Dolce e Selvaggio... questo è il binomio, anche un po’ contrastante, che secondo me caratterizza e descrive al meglio il mio amore per il Parco delle Foreste Casentinesi e la fotografia è una passione che è cresciuta piano piano insieme ad esso. All’inizio l’obiettivo è stato rivolto ai funghi, il mio primo vero contatto con il bosco, successivamente questa passione è cresciuta scoprendo le piccole meravigliose creature che compaiono col passare delle stagioni nelle faggete, come la Rosalia Alpina. Subito dopo è arrivata la passeggiata che ha cambiato il mio modo di vedere le cose: a San Paolo in Alpe ho imparato a guardare le cose. Mi sono legato fotograficamente, se così si può dire, a questi grandi mansueti mammiferi a tal punto che ho iniziato a battezzare i daini con nomi che poi altri usano per il riconoscimento, come El Diablo o Melanico. Poi ho incontrato la sofferenza e l’ho fissata in un fotogramma prima di provare una gioia infinita, vedendolo correre libero e lontano dalla sua trappola involontaria. Infine ho incontrato la morte e l’ho imprigionata in un bianco e nero... ma poi quando la riguardi con una certa tristezza nel cuore, in realtà ti accorgi che li intorno c’erano piante, fiori e farfalle colorate che ondeggiavano e volteggiano allegramente: questa è la natura che amo fotografare, quella con la N maiuscola, che segue il suo corso in un prezioso scrigno verde – dolce e selvaggio- che è il Parco Foreste Casentinesi.”