Un viaggio nella memoria www.popolidelparco.it
“Sulli spigoli acuti delle propaggini del monte si vedevano miseri paeselli con le chiese: San Paolo in Alpe, Casanova, Pietrapazza, Strabatenza: impercettibili sentieri conducevano a quelli, e lì dissero le guide i pericoli del verno, la gente caduta e persa nelle nevi, le lunghe sere rischiarate dalle tedie (nocchi d’abete che a turno tiene in mano uno della famiglia), i morti posti sui tetti per non poterli portare al cimitero, e nelle foreste i legatori del legname sepolti nelle capanne.”
Così descriveva i nostri luoghi il Granduca Leopoldo II a metà dell’ottocento, evocando inverni interminabili e nevosissimi in cui gli abitanti delle nostre montagne si rintanavano in casa svolgendo quei lavoretti che durante il periodo delle attività agricole non avevano il tempo di fare. E fuori la neve copiosa fermava tutto, tanto da non poter nemmeno seppellire i morti.
Storie incredibili, così lontane da noi e dal nostro mondo… eppure quel mondo si è protratto fino a pochi decenni fa, scioltosi (appunto) come neve al sole nel secolo scorso, particolarmente nel secondo Dopoguerra, quando si concluse il processo di spopolamento ed i Popoli del Parco si disgregarono, scendendo a valle in cerca di una vita più comoda e di un lavoro meno faticoso ed incerto.
Le tracce di questo passato restano sul territorio sempre meno visibili - ruderi, maestà, mulattiere, chiese – ma anche nella memoria di chi vi ha vissuto, anche quella sempre meno presente perché, per motivi anagrafici, sono sempre meno i testimoni che possono raccontare.
Proprio per conservare la memoria dei Popoli che hanno vissuto sull'Appennino tosco-romagnolo, il Parco Nazionale da anni sta raccogliendo materiali sulla civiltà appenninica di questo territorio attraverso l'assegnazione di Borse di Studio dedicate agli aspetti storici, culturali ed etnografici, l'acquisizione di archivi fotografici storici e la raccolta di testimonianze orali.
I materiali acquisiti e gli elaborati prodotti nel corso delle ricerche vengono restituiti nel sito www.popolidelparco.it, un contenitore di “memorie” fatto di interviste, fotografie, un documentario, una mappa interattiva ed altro.
Foto: Ridracoli, paesaggio invernale (Archivio fotografico Onofrio Leoni)