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questo buffo straniero

Il procione (Procyon lotor) è un mammifero di medie dimensioni originario del Nord America dove vive in popolazioni stabili. E’ anche chiamato orsetto lavatore: pare infatti che in cattività sia stato osservato il suo curioso modo di immergere nell’acqua il cibo come per lavarlo. Una delle caratteristiche che rende infatti questo animale molto simpatico è la straordinaria abilità ad usare le zampe anteriori per manipolare e ispezionare gli oggetti. La particolarità principale del mantello del procione è la mascherina nera attorno agli occhi, in forte contrasto con il colore bianco che la circonda. La coda invece presenta degli anelli neri alternati al colore bianco. Anche le orecchie, leggermente arrotondate, sono ricoperte di pelo bianco. Il pelo che ricopre il resto del corpo è grigio con sfumature marroni. E’ un onnivoro, si nutre infatti di tanti alimenti differenti, sia vegetali che animali. Può catturare piccoli pesci o gamberi pescandoli nell’acqua o nutrirsi di piccoli roditori o saccheggiare i nidi alla ricerca di uova prelibate. Ma il procione si nutre anche di frutta e vegetali e non disdegna neanche gli avanzi delle nostre tavole che riesce a procurarsi aprendo abilmente i bidoni della spazzatura. L’habitat naturale è fra i più vari: foreste, paludi, praterie e persino città! Il procione ha una vita prevalentemente notturna. Vive in nuclei famigliari e le femmine danno alla luce all’inizio dell’estate fino a 7 piccoli che rimangono nella tana fino ai 2 mesi di età. Le sue abitazioni preferite sono i buchi degli alberi, dove riesce facilmente ad arrampicarsi, o i tronchi cavi. In Nord America, dove è molto diffuso, si rintana anche nei sottotetti delle case. Fino al 2006, quando è entrato in vigore il Decreto del Ministero dell’Ambiente che ha inserito il procione nella lista dei cosiddetti “animali pericolosi”, era stato liberamente importato e venduto in Italia, sia come animale da compagnia che come animale da pelliccia. Dopo questa data molti procioni sono stati purtroppo incautamente abbandonati e data la loro eccezionale capacità di adattamento si sono riprodotti e in alcune aree hanno deciso di stabilirsi in modo permanente. Un caso esemplare è quello della Regione Lombardia, dove sono stati avvistati numerosi nuclei. Anche nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi è stata di recente accertata la presenza di alcuni nuclei riproduttivi, ancora, per fortuna, in aree molto limitate. La loro origine è ancora incerta, potrebbero essere scappati o deliberatamente liberati da qualche privato che li deteneva illegalmente o da centri zoologici che non hanno provveduto alla detenzione in maniera corretta. Il procione è una specie pericolosa per il mantenimento della biodiversità nel Parco. Questi animali si riproducono molto velocemente e competono con molte specie che invece sono proprie del nostro territorio. Non sono da sottovalutare gli impatti diretti nei confronti delle specie selvatiche autoctone per predazione diretta a carico di invertebrati, anfibi, pesci, piccoli mammiferi e uccelli (uova, pulli) e competizione territoriale e per le risorse con mammiferi nostrani, quali volpe, tasso e rapaci notturni. Il procione è stato recentemente inserito dalla Commissione Europea nell'elenco di specie esotiche invasive di rilevanza unionale (Regolamento 1143/2014), per cui è imposto ad ogni stato membro di evitare che questa specie sia presente in stato di naturale libertà. Questo perché la biodiversità deve essere salvaguardata prima di tutto. Sarebbe importante però anche un cambiamento profondo e sentito della mentalità comune. Prendere un animale esotico, ovvero non appartenente alla fauna autoctona, come animale da compagnia è un atto che viene spesso affrontato con leggerezza. Questi animali, spesso portati via illegalmente dai loro habitat, hanno bisogno di attenzioni e cure particolari e da adulti possono avere dimensioni e comportamenti difficilmente gestibili. L’abbandono sconsiderato di animali provenienti da ecosistemi lontani è, in questi casi, la normalità. Procioni, tartarughe americane, scoiattoli grigi sono solo alcuni esempi di quelle che ad oggi sono considerate “specie esotiche invasive” e che sono purtroppo annoverate tra le principali cause della perdita di biodiversità. Alla luce delle notizie giunte di una sua presenza nell’Area protetta, il Parco ha avviato un progetto di controllo e cattura del procione. Si invita quindi chiunqua abbia informazioni in merito a informare l’Ente Parco alla mail nadia.cappai@parcoforestecasentinesi.it

Foto: Centro tutela fauna esotica e selvatica Monte Adone.