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Finalmente è giunta notizia della riproduzione dell'ululone appenninico, Bombina variegata pachypus, in uno dei siti di reintroduzione del progetto LIFE WetFlyAmpbhibia, dopo 6 anni di reintroduzioni della specie nel versante casentinese del Parco.

Il progetto LIFE WetFlyAmpbhibia, a cui hanno partecipato oltre al Parco anche D.R.E.Am. Italia, Reparto Carabinieri Biodiversità di Pratovecchio, Unione dei Comuni Montani del Casentino, Università di Bologna e Università di Pavia, è stato avviamo nel 2015 ed è terminato nel 2021 e aveva come scopo il miglioramento dello stato di conservazione delle popolazioni di anfibi e farfalle presenti nelle aree umide del Parco,

Le azioni concrete di conservazione hanno riguardato prima di tutto il ripristino degli habitat delle specie target, ovvero principalmente l’ululone appenninico, il tritone crestato e la salamandrina di Savi. Le principali tipologie di interventi sono state la realizzazione di nuove aree umide, il restauro e la creazione di fontanili e abbeveratoi, l’approfondimento o miglioramento di pozze già esistenti, oltre che interventi accessori come il taglio di vegetazione arborea e arbustiva, l’installazione di recinzioni per impedire l’accesso del bestiame alle pozze, l’installazione di scale di rimonta negli abbeveratoi per consentire l’accesso degli anfibi alle vasche, l’installazione di opere di captazione per la realizzazione di nuove pozze, anche tramite il recupero di sorgenti.

Il progetto prevedeva inoltre la reintroduzione dell’ululone appenninico e della salamandrina di Savi in alcune aree nel versante tirrenico dal Parco, in cui le specie erano scomparse da anni o erano presenti con popolazioni estremamente localizzate e isolate.

In merito all’ululone, nelle aree prescelte sono state prima ricreate le condizioni e restaurati gli habitat necessari per la sopravvivenza della specie. In seguito la reintroduzione si è svolta annualmente, grazie all’impegno dei tecnici coinvolti, tramite il prelievo di uova da alcune abbondanti popolazioni del versante adriatico, il mantenimento dei girini nati in acquario e il rilascio degli stessi sul versante tirrenico appena prima della completa metamorfosi.

Ad oggi, in 4 siti prescelti del versante tirrenico del Parco in cui la specie era segnalata fino ai primi anni 2000 come riproduttiva, sono stati reintrodotti grazie al progetto circa 800 girini di ululone tra il 2018 e il 2023. Negli ultimi anni diversi individui adulti o subadulti sono stati osservati frequentare tali aree e finalmente in uno di questi, dopo 6 anni di rilasci, il Dott. Sandro Piazzini, erpetologo collaboratore dell’Ente Parco, ha segnalato due adulti in accoppiamento, proprio in uno degli abbeveratoi realizzati dal progetto, in un’area in cui la specie non era più stata segnalata dopo il 2007.

L’ottima notizia ci fa sperare nell’insediamento di una popolazione stabile, che possa poi colonizzare altre aree circostanti e che lo stesso successo si possa ripetere prossimamente anche negli altri siti del progetto.

Per maggiori informazioni sul progetto scarica la pubblicazione finale e il layman’s report.

Foto di F. Lemma