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Lo studio dei pipistrelli è un’attività fondamentale per comprendere l’ambiente del Parco, questi animali, elusivi e poco appariscenti svolgono un ruolo importante negli equilibri degli ecosistemi di gran parte del pianeta, mangiando insetti, impollinando fiori o disperdendo semi.

Nel Parco, sono state segnalate all'incirca 20 delle 34 specie presenti in Italia, una grande varietà data soprattutto dalla presenza di importantissimi ecosistemi forestali: foreste vetuste ricche di grandi alberi e cavità naturali che offrono un ottimo riparo. Qui troviamo infatti specie, anche rare e di particolare interesse dal punto di vista della conservazione, come il barbastello, la nottola di Leisler e la nottola comune, che trovano negli alberi vetusti i loro rifugi naturali.

Pur essendo un territorio non carsico e quindi non particolarmente ricco di cavità ipogee naturali (come è invece più facile trovare in altri contesti geologici), il Parco si occupa anche del monitoraggio e tutela delle grotte presenti, ovvero di quei luoghi molto importanti dove i pipistrelli passano il periodo più critico dell’anno, l'inverno, sopravvivendo grazie al grasso accumulato durante l'autunno. Quello invernale diventa quindi anche un momento prezioso per i ricercatori che ne monitorano la presenza e lo stato di salute, valutando di conseguenza l’efficacia delle strategie gestionali di conservazione messe in atto dal Parco Nazionale.

I pipistrelli hanno un ciclo biologico molto particolare: se come abbiamo detto durante il periodo invernale entrano in letargo generalmente all’interno di grotte o cavità artificiali, con l'arrivo della primavera si spostano verso i rifugi che utilizzeranno durante la stagione favorevole, anche per la riproduzione. Questi rifugi variano in base alla specie e possono essere edifici (sia in fessure esterne sia in ambienti interni non abitualmente utilizzati dall'uomo), alberi (in cavità nel legno) o, come per l'inverno, ambienti sotterranei.

Per tutelare queste importanti popolazioni occorre quindi non solo proteggere gli ecosistemi forestali e le grotte esistenti, ma anche mantenere e gestire adeguatamente gli edifici, che costituiscono un elemento imprescindibile del paesaggio e dunque dell'habitat di queste specie.

Questi importanti e delicati mammiferi, tutti protetti da leggi nazionali e internazionali, sono attualmente oggetto di monitoraggio nel Parco, con l'obiettivo di aumentare le conoscenze sulle reali presenze e sullo stato di conservazione delle diverse specie. In particolare, l'attenzione è concentrata sull'individuazione delle colonie svernanti e di quelle riproduttive, le nursery, la cui tutela risulta fondamentale per la conservazione di questi speciali mammiferi volanti.

Puoi consultare l’elenco delle specie segnalate nell’area protetta e la distribuzione dei dati a disposizione del Parco sul sito

 

Foto di M. Ruocco