Attraversando sul Rabbi il ponte a schiena d’asino presso il nucleo di Ponte Nuovo, e proseguendo per il sentiero 317 che fiancheggia la sponda destra del torrente, si può osservare un tratto di greto intensamente modellato dalle acque correnti. Le spalle del ponte sono saldamente appoggiate ad un potente strato di arenaria, che per l’elevata resistenza all’erosione crea una strettoia nel greto, seguita da una cascata che si getta in un’ampia e limpida pozza di forma circolare. Quest’ultimo è un tipico esempio di “marmitta dei giganti”, una forma che si osserva di frequente alla base delle cascate, modellata dal vorticoso movimento delle acque. Oltre la pozza, il corso d’acqua prosegue attraversando una stretta gola negli spessi strati arenacei, tra i quali, poco più a valle, è possibile riconoscere lo Strato Contessa. Il ponte ci ricorda ancora oggi l’importanza storica della viabilità lungo la valle del Rabbi, che già in epoca romana collegava la Romagna con il Mugello, congiungendosi con la via che risaliva il Montone all’altezza di San Benedetto in Alpe e proseguendo verso il Passo del Muraglione.
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