Cà Rignone 1989
Giordano Giacomini, cacciatore di ricordi
Giordano è nato poco a valle di Corniolo, nel Mulino di Segalare (o di Sgalare, o Mulino del Poggio) oggi lambito dall’acqua dell’invaso creatosi con la frana di Corniolo del 2010.
Negli anni ‘60 lui e la sua la famiglia si si sono trasferiti a Santa Sofia e negli anni ‘70, per lavoro, è andato a vivere a Ravenna.
E’ la storia di tante famiglie che nel secondo dopoguerra hanno lasciato la parte più alta dell’Appennino, per andare nei paesi di fondovalle o nelle città della pianura in cerca di una vita migliore.
Tanti venivano da luoghi ancora più sperduti e impervi, quelli che alla bassa si diceva scherzosamente venissero “da dove spiccano I baleni” o che fossero “venuti giù con la fiumana”. Beh, in un certo qual modo è stata proprio una fiumana quella che ha travolto una civiltà, quella contadina appenninica.
Giordano, persona attiva e curiosa, ha però sempre mantenuto il cosiddetto “cordone ombelicale” con la sua terra, a cui è fortemente legato e questa sua curiosità era stata stimolata anche dal ricordo d’infanzia di una persona importante in questa storia: il nonno Enrico.
Egli, calzolaio, quando Giordano era bambino gli raccontava del suo peregrinare sulle montagne dell’Alto Bidente. Allora, infatti, alcuni piccoli artigiani come Enrico, avevano una bottega in paese, ma svolgevano parte della loro attività a domicilio girando per le campagne e rimanendo fuori casa anche per giorni.
Così in questi racconti del nonno, Giordano sentiva raccontare come negli anni ‘30 percorresse le tortuose mulattiere delle valli di Corniolo, Ridracoli e Pietrapazza per raggiungere le case presso cui si fermava per svolgere il suo lavoro: riparare le scarpe (ad onor del vero non tutti le avevano!), prendere le misure per fabbricarne di nuove, condividendo così la vita di questi montanari che ancora popolavano queste zone.
Il fascino dei tempi andati, storie antiche, i racconti appassionanti del nonno stimolano la curiosità di Giordano, così come quei nomi talvolta curiosi e strambi: Campo centonoci, Pietrapazza, La Siepe dell’Orso, Ciriegiolone. Ed ecco che Giordano, appassionato di fotografia, comincia a scorrazzare per queste valli fotografando i luoghi raccontati dal nonno, cercando di coglierne la storia e le storie delle persone che lì avevano vissuto, gioito, sgobbato e creando così un archivio sconfinato degli insediamenti di questo territorio.
Nel tempo il suo interesse si è allargato anche alla flora e alla fauna del territorio del Parco di cui diventa esperto ed ecco allora gli appostamenti in attesa dell’animale o del momento giusto, con la luce perfetta per scattare una foto, la ricerca del panorama suggestivo, le levatacce per arrivare sul posto all’alba, ma sempre spinto dalla stessa passione: l’amore per la sua terra.
Campo Centonoci 1993
Campo Centonoci 1993
Cirielogione 1990
Cirielogione 1990
Cà Siepe dell'Orso 1990
Val della Villa 1995