Immagine news: 

Una proposta di ampliamento nel territorio del Comune di Bagno di Romagna

Una nuova prospettiva si apre per i confini del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna. A Bagno di Romagna è iniziato un ambizioso progetto di allargamento dei confini all’interno del territorio comunale, che mira ad inserire aree di forte pregio ambientale e naturalistico, sino a comprendere il borgo storico di Bagno di Romagna e le sue Terme di epoca romana.

L’Amministrazione comunale di Bagno di Romagna ha infatti avviato un percorso partecipato di studio, analisi e confronto, che ha visto tenersi una serie di incontri pubblici con la cittadinanza per un confronto sul progetto e le varie ipotesi di perimetrazione, allargato alle categorie interessate.

Il Parco Nazionale comprende già al suo interno 5.431ha di territorio del Comune di Bagno, ove si trovano siti biogenetici, tra cui la maggior parte dell’area di Sasso Fratino, prima riserva naturale integrale istituita in Italia (1959) e che ha recentemente ricevuto il riconoscimento quale Patrimonio dell’Unesco.

Il percorso, fortemente voluto dall’Amministrazione Comunale, è stato preceduto da un lungo percorso di collaborazione con il Parco che ha permesso una serie importante di investimenti in ambito turistico e promozionale a sostegno di iniziative e manifestazioni oltreché ad opere di qualificazione del patrimonio pubblico. Tra i più recenti, l’ottenimento di un importante finanziamento Regionale per la qualificazione urbana a finalità turistiche (in ambito di finanziamenti europei del POR FESR 2014-2020) e l’arrivo di tappa del 100° Giro d’Italia, il cui passaggio ha coinvolto anche altri Comuni del Parco.

L’ipotesi su cui si sta lavorando prevede l’inclusione di due importanti macro-aree, comprendenti il Passo dei Mandrioli e l’abitato di Bagno di Romagna e l’area di Monte Marino e Rio Salso. Complessivamente si tratta di una superficie di circa 3.400-3.600ha aggiuntivi al territorio già all’interno del Parco.

L’obiettivo primario dell’operazione dichiarato dall’Amministrazione e condiviso con il Parco è quello di garantire la tutela ambientale di importanti siti di rilevante qualità biogenetica, quale risorsa sempre più strategica per l’auto  produzione di beni primari quali acqua, aria e forestazione, in grado di elevare il futuro delle politiche ambientali. Parallelamente, la tutela della biodiversità è individuata come traino per rafforzare e lanciare l’economia rurale e turistica legata ai prodotti autoctoni di qualità ed al turismo esperienziale che vedrà caratterizzare sempre più la domanda nei prossimi decenni, portando alla creazione di posti di lavoro in loco e opportunità economiche nuove e sostenibili.

Elemento importante di questo progetto, sono certamente i valori ambientali delle aree rurali ma certamente anche dell’abitato di Bagno di Romagna, il cui pregio è ulteriormente confermato dalla presenza di sorgenti e di stabilimenti termali. Per quanto attiene alle aree rurali, queste hanno chiare caratteristiche di appartenenza con le Foreste Casentinesi che, a cavallo tra Romagna e Toscana, rappresentano il valore fondante il Parco. Le aree, già da tempo sono state riconosciute di grande qualità ambientale e sono sottoposte ad una serie di tutele che ne hanno permesso un'ottima conservazione.

All’interno dell’Area dei Mandrioli è anche presente un’area appartenente alle aree protette Wilderness (dal nome dell’omonima Associazione), una parte del SIC Monte Zuccherodante (SIC IT4080005), 2 Geositi di importanza regionale (gli Scalacci e Nasseto), la Macchia dell’Alpe - Bosco dei Mandrioli (una fustaia di faggio vecchio e regolare con esemplari che superano i 30 metri di altezza). Nell’Area di Rio Salso e Monte Marino ricade una parte del SIC Rami del Bidente-Monte Marino (SIC IT4080011), 2 importanti Geositi (Buca di Montepezzolo, Voragine di Monte Marino).

Per quanto attiene all’abitato di Bagno di Romagna la presenza dei pozzi termali, le cui acque traggono origine dalle aree della Foresta della Lama, rappresenterebbe poi un valore aggiunto a quanto già attualmente propone il Parco Nazionale, il quale si potrebbe così pregiare di quest’ulteriore eccezionalità. D’altra parte la comunità di Bagno si troverebbe così garantita la cura e la tutela delle acque termali in un programma di sviluppo e conservazione per il quale il Parco si renderebbe parte attiva.

Il percorso è avviato e nei prossimi mesi entrerà nel vivo delle decisioni da assumere. La procedura è lunga e complessa, ma ci auguriamo che possa trovare un risultato positivo per un futuro di migliore qualità nel territorio appenninico.

Foto: Nasseto (Tommaso Guermandi)