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"Ecco le rocce, strati su strati, monumenti di tenacia solitaria che consolano il cuore degli uomini."
(Dino Campana, Canti Orfici)
Il territorio del Parco Nazionale è caratterizzato da un assetto geologico piuttosto omogeneo per quanto riguarda il versante romagnolo (Successione Romagnola - formazione Marnoso-Arenacea) e più diversificato nel versante toscano (Successione Toscana - Scaglia Toscana, Arenarie del M.te Falterona e Marne di Vicchio).
Tuttavia, tutti gli affioramenti rocciosi che incontriamo, così come ogni peculiare forma nel paesaggio, custodiscono una testimonianza sul passato della Terra. Lungo i sentieri e le strade del Parco la geologia si rivela in moltissimi luoghi: strati che appena si intravvedono tra le foreste o che affiorano nitidamente lungo i crinali più spogli, cascate che per decine di metri scorrono sulle rocce levigandole, frane che aprono squarci nei versanti, sino alla massiccia e solitaria rupe de La Verna, dove rocce molto resistenti all'erosione si appoggiano su rocce argillose.
Nel 1997-98, con una borsa di studio, si è realizzato un censimento dei geositi del Parco, ovvero quelle emergenze geologico o geomorfologici di pregio scientifico, ambientale e paesaggistico. Grazie a questo lavoro, aggiornato negli anni successivi dal Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione Emilia Romagna, si è giunti all’individuazione di 86 siti, di cui 60 localizzati entro i confini del Parco: cavità naturali, rupi con stillicidio, affioramenti assolati impreziositi dalla presenza di flora rupicola, ma anche cascate e ristagni d’acqua, che meritano forme di tutela in quanto luoghi di riproduzione per specie animali e vegetali di interesse conservazionistico.
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Ecco alcuni tra i più interessanti geositi del Parco: